6 dicembre 2005

"A Torino non verranno adottate tecnologie wireless, sebbene siano riconosciute già sufficientemente affidabili. Bisognerà aspettare Pechino per il loro utilizzo. Le architetture scelte saranno Cisco", ha dichiarato Massimo Dossetto, responsabile sicurezza IT per Torino 2006. (da punto-informatico.it)


Complimentoni per la bella idea. O forse non siete in grado di dare adeguata copertura? Ma in fondo a che serve una rete ben funzionante in un evento come una olimpiade, sebbene solo invernale? Di certo non ai giornalisti che non si porteranno dietro i loro portatili per scrivere i loro articoli.

Ve lo immaginate, il giornalista medio che va in giro con il suo portatile, a trovarsi di fronte ad una hostess (o adesso si chiamano accompagnatici di sala) che gli indica una presa RJ per poter connettere il suo portatile? Pensate forse che nella capiente borsetta il giornalista porti sempre con se un cavo ethernet? E se non lo ha? Esce dallo stadio dei ghiacci ed incontra la bancarella dell'elettronica? E se gli chiedono se vuole un cavo cross?

Però è vero. Già bisogna fare i conti con i terroristi islamici preannunciati dal Ministro Pisanu, non vorremo anche che ci si mettano di mezzo anche i sedicenti hacker ad interrompere il servizio IT dell'olimpiade proprio grazie al wireless.

Però questa mia filippica magari è errata ed in realtà non è un problema di sicurezza IT, ma di sicurezza nel senso di salute. In fondo per dare copertura alla zona per collegamenti televisivi, collegamenti satellitari, collegamenti radiofonici, collegamenti di telefonia mobile e quant'altro, chissà a che livelli di SAR si giunge. Ci manca solo il WiFi.

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