23 novembre 2005

Back in black

È da un paio di settimano che non mi sto occupando di GNOME, tanto della traduzione quante della ricerca di bug nella versione di sviluppo.

D'altro canto 1) non ho voglia di rovinare la distro e 2) non ho voglia di continuare ad usare il mio metodo casalingo di aggiornamento mooolto interattivo.

Per questo ho rivolto il mio sguardo a jhbuild, il tool ufficiale per il build di GNOME da CVS. Si perde un po' in controllo (mi piaceva scaricare e compilare solo quello che volevo, controllando di volta in volta i cambiamenti nei ChangeLog) ed in fondo non credo di (e poi forse in fondo non voglio) poter usare il prodotto di compilazione per l'uso di tutti i giorni, ma in fondo a me serve un ambiente di testing, non di sviluppo. Al momento sta ancora compilando sullo sfondo. Oh, se usate Ubuntu, c'è una pagina interessante sul wiki di GNOME per usare jbuild con questa distro. Ovviamente va cambiato il moduleset da gnome-2.12 a gnome-2.14 per la versione al momento in sviluppo.

Sul fronte traduzione, invece, ho aperto un account su launchpad ed ho scritto alla lista dei traduttori di Ubuntu per entrarne a fare parte, magari portando un po' dello spirito del TP e dei traduttori ufficiali di GNOME. Launchpad (ed il modulo di traduzione Rosetta) è una cosa strana. Da traduttore cresciuto ad emacs e file PO, mi pare strano usare una interfaccia web, per di più senza tutte le "magie" di emacs (ricerca, navigazione ad un tasto, verifica di correttezza del po...). Ovviamente debbo comunque dire che si tratta di uno strumento interessante per la traduzione di una distribuzione aperta come Ubuntu.

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